Octopus: La mafia della droga albanese ha rafforzato i legami con la 'Ndrangheta italiana. Mafia albanese

Rappresentanti arroganti, trasandati e aggressivi della mafia albanese pubblicano con aria di sfida Foto di Instagram con auto costose, oro, armi e droga. È così che i membri della banda Hellbanianz prendono in giro le autorità, vantandosi del loro status.

Queste immagini hanno guadagnato loro l'odio di milioni di persone in tutto il mondo. Perché? Imparerai questo e come i ragazzi si guadagnano da vivere grazie al nostro materiale.

I membri della banda Hellbanianz non si vergognano affatto della loro vita attuale e, a maggior ragione, non intendono cambiare nulla.

Questi "gangsta di Instagram" pubblicano dozzine di foto con droga, armi, auto costose e ragazze, il che fa arrabbiare seriamente gli utenti Internet rispettabili.

Il loro simbolo sono due pistole incrociate con un'aquila bicipite sulle impugnature, che ricorda lo stemma dell'Albania. La banda ora ha sede a Barking, una zona dell'East London.

C'è un'opinione secondo cui i membri della banda, composta principalmente da ragazzi giovani, hanno legami con la mafia albanese e con i cartelli della droga in Sud America.

La maggior parte dei profitti multimilionari della banda Hellbanianz proviene dal traffico di cocaina. Ora è chiaro quanti soldi sono stati utilizzati per acquistare i gioielli costosi e le automobili presenti nelle foto.

Le forze dell'ordine riferiscono che gli albanesi, soprattutto gli immigrati dal Kosovo, sono specializzati nel traffico di droga e armi, controllano la prostituzione e una serie di locali notturni.

Tra i membri della mafia albanese ci sono molti figli di emigranti trasferitisi in Gran Bretagna negli anni '90 in cerca di vita migliore.

Un portavoce della National Crime Agency (NCA) del Regno Unito ha detto al Daily Express:

“L’influenza della mafia albanese nel Regno Unito è in costante crescita. Sono coinvolti nel traffico di droga, compresa la vendita di cocaina. Man mano che la popolarità della banda aumenta, i suoi ranghi vengono regolarmente riempiti con nuovi membri.

Si ritiene che Hellbanianz abbia stretti legami con la mafia balcanica. Questo spiega da dove prende la droga. Secondo una versione forze dell'ordine, il principale canale di fornitura è l'Europa dell'Est.

Vale la pena notare che agli Hellbanianz viene attribuita la partecipazione all'accoltellamento avvenuto sul London Bridge nell'estate del 2017.

Poi, il 3 giugno 2017, un furgone bianco si è schiantato contro una folla di persone sul London Bridge. Quando si è fermato, tre uomini armati di coltelli sono saltati fuori dall'auto e hanno iniziato ad attaccare le persone. Numero totale Più di 40 persone sono rimaste ferite nell'attacco terroristico.

Uno dei membri della banda, di nome Tristen Aslanni, è stato recentemente arrestato. L'uomo è stato arrestato per traffico di droga ed era anche in possesso di arma da fuoco.

Tristen, 29 anni, ha cercato di scappare dal luogo dell'incidente. Quando è stato arrestato, nell'auto sono stati trovati 21 chilogrammi di cocaina. Durante una perquisizione nella casa di Aslani, le forze dell'ordine hanno trovato droga per un valore di circa 8 milioni di dollari. Il tribunale ha condannato l'uomo a 25 anni di carcere.

Ma nel complesso, la mafia albanese continua a essere l’orrore dell’Europa. Per quanto riguarda Londra, oltre agli albanesi, ora ci sono turchi, asiatici e meridionali Mafia cinese, così come il sindacato di Clerkenwell. Le più alte concentrazioni di gruppi criminali organizzati si osservano nelle aree di Hankey, Merton, Infield, Brent, Lambeth e Waltham Forest. Se un giorno deciderai di andare a Londra, evita questi posti.

Ad oggi Mafia albanese al primo posto nel mondo in termini di portata dell'attività criminale. Rispetto alla rete di clan albanesi che avvolge l’intera Europa, i vertici di Cosa Nostra e della Triade sembrano dei gopnik da cortile.

Aspetto

Il periodo di massimo splendore della mafia albanese iniziò inizialmente durante la guerra in Jugoslavia, la loro specializzazione era la copertura del potere di gruppi di spacciatori turchi e curdi coinvolti nella fornitura di eroina dalla Turchia all'Europa; A poco a poco, i duri albanesi non si accontentarono più del ruolo di mercenari e presero il controllo del traffico di droga sulla cosiddetta “rotta balcanica”. Durante la guerra in Kosovo, parte dei fondi ricevuti dalla vendita di droga furono destinati all'acquisto di armi per l'UCHK, allora l'Esercito clandestino di liberazione del Kosovo.

Dopo la guerra, dopo aver ottenuto lo status di rifugiato, centinaia di migliaia di albanesi si stabilirono in tutta Europa e negli Stati Uniti, e gli ex soldati capirono rapidamente come utilizzare l'esperienza acquisita durante la guerra.

Organizzazione

L'organizzazione interna della mafia albanese è, prima di tutto, una ristretta cerchia di persone che fanno parte di una famiglia, clan, clan, dove un estraneo semplicemente non può entrare. Si tratta di persone vincolate da leggi severe, a volte ingiustificatamente crudeli, di fratellanza di sangue, di fede e dell'incomparabile albanese modo di vivere e, alla fine, a differenza di qualsiasi altra lingua. Si tratta di famiglie che comunicano solo tra loro, sposano i propri figli sulla base di un accordo raggiunto in anticipo, seguono da vicino ogni passo, senza esagerare, dei loro numerosi fratelli e sorelle e sono pronte in ogni momento a mettere in pratica le dure leggi di faida per vendicarti o lavare via la vergogna dalla tua famiglia.

Attività

Dietro l'anno scorso Le diaspore albanesi sono aumentate in modo significativo in Italia, Gran Bretagna, Austria, Germania, Svizzera, Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca e molti altri paesi paesi europei. Dopo aver terminato i combattimenti in Kosovo, molti militanti dell'UCHK si sono precipitati in Italia e vi si sono stabiliti con successo. Oggi a Milano opera il gruppo criminale più potente, composto da etnia albanese. Le famiglie criminali albanesi hanno creato molti problemi alla mafia italiana. Si è scoperto che i mafiosi vecchio stile non erano in grado di resistere al tempestoso assalto degli ex militanti dell'UCH. I rispettabili “padrini” di “Cosa Nostra” ritenevano che fosse meglio non farsi coinvolgere dai delinquenti, che erano abituati a risolvere tutte le controversie con l'aiuto di fucili d'assalto Kalashnikov e lanciagranate.

Dopo i mafiosi italiani, anche quelli britannici avvertirono l'emergere di un nuovo attore sulla scena criminale: anche le loro industrie abituali passavano nelle mani degli albanesi. Gruppi criminali albanesi si sono già “registrati” a Londra, Liverpool, Glasgow, Edimburgo e altri principali città Regni. Secondo Scotland Yard, oggi la prostituzione in Inghilterra è per il 75% sotto il controllo delle “brigate” albanesi. Le comunità criminali di albanesi del Kosovo hanno già preso il controllo dell’80% delle forniture di eroina verso Svizzera, Austria, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Svezia e Norvegia.

In America, la mafia albanese si manifesta principalmente nell’approvvigionamento di droga dall’Afghanistan e dalla Turchia attraverso Belgrado. Il corridoio balcanico, secondo gli esperti, rappresenta dal 25% al 40% del mercato nero dell’eroina negli Stati Uniti. Il volume delle forniture di un solo gruppo albanese soppresso a New York è stato stimato in 125 milioni di dollari.

C'è un'opinione, ed è già stata presumibilmente confermata dai fatti, che gli stessi Stati Uniti sponsorizzano e organizzano la consegna di farmaci in Europa e ricevono da essa somme considerevoli. In precedenza, in Afghanistan non si lavorava la “vegetazione” in quanto tale; esistevano piccoli laboratori artigianali; Ora ci sono interi impianti di lavorazione con le migliori attrezzature. Questo non è niente, ma il punto è che queste fabbriche si trovano vicino a basi militari, ma nessuna di esse è stata ancora “chiusa”. Riciclato" polvere bianca"nelle ali degli aerei viene consegnato base militare USA nei Balcani, lì si disperde in clan e poi naviga attraverso l'Europa. La mafia albanese sta lavorando alla modificazione genetica della coca sudamericana, utilizzata per la produzione di cocaina, con l’obiettivo di coltivare in massa questa pianta in Europa e trasformare il territorio della regione del Kosovo nella “Colombia europea”.

Il più grande clan mafioso albanese è guidato da Hashim Thaci, l'attuale primo ministro del Kosovo. Secondo rapporti segreti della KFOR, questo clan possiede tre laboratori illegali di lavorazione dell'eroina. Le persone coinvolte nel traffico di droga in Kosovo occupano ora le posizioni governative più importanti nella provincia. Secondo alcune stime, circa il 65% dell'eroina mondiale passa attraverso questa regione. E il 90% di tutta la droga entra in Europa attraverso il Kosovo.

Oggi la mafia albanese è al primo posto nel mondo in termini di portata dell'attività criminale. Rispetto alla rete di clan albanesi che avvolge l’intera Europa, i vertici di Cosa Nostra e della Triade sembrano dei gopnik da cortile.

Aspetto

Organizzazione

L'organizzazione interna della mafia albanese è, prima di tutto, una ristretta cerchia di persone che fanno parte di una famiglia, clan, clan, dove un estraneo semplicemente non può entrare. Si tratta di persone vincolate alle leggi rigide, a volte ingiustificatamente crudeli, della fratellanza di sangue, della fede, dell'incomparabile stile di vita albanese e, alla fine, di una lingua diversa dalle altre. Si tratta di famiglie che comunicano solo tra loro, sposano i propri figli sulla base di un accordo raggiunto in anticipo, seguono da vicino ogni passo, senza esagerare, dei loro numerosi fratelli e sorelle e sono pronte in ogni momento a mettere in pratica le dure leggi di faida per vendicarsi o lavare via la vergogna dalla tua famiglia.

Attività

Negli ultimi anni le diaspore albanesi sono aumentate in modo significativo in Italia, Gran Bretagna, Austria, Germania, Svizzera, Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca e in diversi altri paesi europei. Dopo aver terminato i combattimenti in Kosovo, molti militanti dell'UCHK si sono precipitati in Italia e vi si sono stabiliti con successo. Oggi a Milano opera il gruppo criminale più potente, composto da etnia albanese. Le famiglie criminali albanesi hanno creato molti problemi alla mafia italiana. Si è scoperto che i mafiosi vecchio stile non erano in grado di resistere al tempestoso assalto degli ex militanti dell'UCH. I rispettabili “padrini” di “Cosa Nostra” ritenevano che fosse meglio non farsi coinvolgere dai delinquenti, che erano abituati a risolvere tutte le controversie con l'aiuto di fucili d'assalto Kalashnikov e lanciagranate.

Dopo i mafiosi italiani, anche quelli britannici avvertirono l'emergere di un nuovo attore sulla scena criminale: anche le loro industrie abituali passavano nelle mani degli albanesi. Gruppi criminali albanesi si sono già “registrati” a Londra, Liverpool, Glasgow, Edimburgo e in altre grandi città del Regno. Secondo Scotland Yard, oggi la prostituzione in Inghilterra è per il 75% sotto il controllo delle “brigate” albanesi. Le comunità criminali di albanesi del Kosovo hanno già preso il controllo dell’80% delle forniture di eroina verso Svizzera, Austria, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Svezia e Norvegia.

C'è un'opinione, ed è già stata presumibilmente confermata dai fatti, che gli stessi Stati Uniti sponsorizzano e organizzano la consegna di farmaci in Europa e ricevono da essa somme considerevoli. In precedenza, in Afghanistan non si lavorava la “vegetazione” in quanto tale; esistevano piccoli laboratori artigianali; Ora ci sono interi impianti di lavorazione con le migliori attrezzature. Questo non è niente, ma il punto è che queste fabbriche si trovano vicino a basi militari, ma nessuna di esse è stata ancora “chiusa”. La “polvere bianca” trasformata nelle ali degli aerei viene consegnata a una base militare statunitense nei Balcani, dove viene distribuita tra i clan e poi fluttua in tutta Europa. La mafia albanese sta lavorando alla modificazione genetica della coca sudamericana, utilizzata per la produzione di cocaina, con l’obiettivo di coltivare in massa questa pianta in Europa e trasformare il territorio della regione del Kosovo nella “Colombia europea”.

E il Vincitore è...la Mafia Albanese
E la vincitrice è…la mafia albanese
Frank Cilluffo e Giorgio Salmoiraghi
Frank Sailaffo e Giorgio Salmoiraghi

Il Washington trimestrale

Frank J. Sailaffo è il vicedirettore del programma internazionale sulla criminalità organizzata presso Global Organized Crime. Il programma è implementato dal Centro per gli studi strategici e internazionali dell'Università del Massachusetts Istituto di Tecnologia, in cui Sailaffo guida sette task force che si occupano di criminalità internazionale e terrorismo. George Salmoiraghi è un analista che lavora sullo stesso programma.

Firmati accordi di pace, truppe schierate in Kosovo forze di mantenimento della pace NATO. È il momento di incoronare il vincitore. Nonostante il fatto che la NATO sembrasse aver raggiunto i suoi obiettivi nella guerra - la Serbia è stata costretta ad accettare il ritiro delle truppe, il popolo del Kosovo è tornato alle proprie case, le forze di pace sono entrate nella regione - il vero vincitore è stata la mafia albanese.
Effettuare operazioni aeree costò alla NATO circa 5 miliardi di dollari. L’onere principale delle spese fu sostenuto dagli Stati Uniti. Operazione di mantenimento della pace costerà almeno altri 3 miliardi di dollari quest’anno, e negli anni successivi i vincitori stanzieranno circa 50 miliardi di dollari per la ricostruzione. Non tutti però spendono soldi. I clan criminali albanesi hanno tratto profitto dal conflitto etnico, sono cresciuti in dimensioni e hanno accresciuto la loro influenza. Aumentarono la loro ricchezza, si infiltrarono nel governo e usurparono il potere nel paese. E ora l’Albania è sull’orlo dell’illegalità e dell’ingovernabilità.
Il contrabbando è la specialità principale della mafia albanese. E negli ultimi decenni, gli albanesi sono arrivati a dominare il mercato del contrabbando in Europa e oltre, lasciando dietro di sé anche i loro concorrenti più forti, la mafia italiana. I trafficanti sono contrabbandieri e la varietà dei beni che scambiano dipende dalla domanda: che si tratti di droga, armi, carburante, beni rubati o persone. A causa del conflitto, un enorme flusso di persone sta lasciando il Kosovo alla ricerca di zone sicure. Ciò, a sua volta, provocò un vero e proprio boom del contrabbando: la mafia albanese non ebbe il tempo di evadere tutti gli ordini. Durante la guerra, le famiglie criminali, con il consenso delle autorità albanesi e della polizia corrotta, contrabbandavano oltre 10.000 rifugiati kosovari al mese. La fine della guerra non ha privato i trafficanti di questa fonte di profitto: temendo ritorsioni, i serbi stanno lasciando il Kosovo. I clan criminali albanesi sono sempre a favore degli stessi diritti e delle opportunità: alcuni di loro si sono già uniti al nuovo mercato e trasportano i loro nemici giurati in territori sicuri, se il prezzo gli va bene.
Anche se il traffico di rifugiati non lo è nuovo business in questa regione, gli albanesi del Kosovo rappresentano un obiettivo di trasporto migliore rispetto al “carico umano” quotidiano di curdi, cinesi, albanesi e di altre nazionalità che migrano attraverso l’Europa orientale. In cerca di una vita migliore, i kosovari pagavano ai trafficanti fino a 900 dollari per adulto – significativamente più dei soliti 400 dollari – e 250 dollari per bambino.
Seguendo la loro consuetudine, gli albanesi hanno variato le tariffe a seconda della destinazione: ad esempio, i rifugiati che viaggiavano verso l'Italia pagavano lo stesso prezzo per un biglietto in classe economica, per Germania e Svizzera - per un biglietto in business class, e per l'Inghilterra - l'equivalente di un biglietto di classe economica. biglietto di prima classe. Secondo Europol, anche prima della guerra, il traffico di esseri umani era maggiore occupazione redditizia rispetto al trasporto di droga, e non così rischioso: in caso di arresto, la punizione era meno severa. Trasporto illegale di persone solo verso paesi Unione Europea aveva un fatturato annuo di 3-4 miliardi di dollari anche prima che venissero sganciate le prime bombe NATO. Ora è l’attività più redditizia e in più rapida crescita nei Balcani.
Le autorità dei paesi europei sono preoccupate per la crescente portata dell’immigrazione clandestina e per i profitti che ne ricava la mafia albanese. Europol ha creato un'unità per affrontare il problema del traffico di migranti, ma non è chiaro come combatterà il volume crescente del traffico clandestino di richiedenti asilo in vari paesi. Secondo l'accordo di Schengen, una volta in un paese dell'UE, un viaggiatore può entrare liberamente in un altro senza la necessità di identificarsi ai posti di blocco e ai valichi di frontiera. I trafficanti e le famiglie criminali hanno ottenuto accesso illimitato a gran parte dell’Europa trovando l’anello più debole della catena – l’ultimo valico di frontiera, dove i controlli sono meno rigorosi – e sfruttandolo.
Molti albanesi che hanno cercato asilo nei paesi europei non sono kosovari, ma immigrati albanesi illegali. Dopo aver pagato l'importo richiesto, i "rifugiati" hanno ricevuto discorsi preparati sulle loro terribili prove, che hanno dovuto tenere presso i servizi di immigrazione. Queste persone hanno preso il posto dei rifugiati legali che di fatto hanno subito tutte le crudeltà della guerra. Gli immigrati illegali hanno gravato sul sistema con richieste e reclami meschini e hanno messo alla prova la pazienza dei funzionari dell’immigrazione. Solo nel Regno Unito, a causa della situazione instabile nei Balcani, è previsto un afflusso record di immigrati: 45mila persone. A questo scopo il governo britannico dovrà stanziare 2 miliardi di dollari all’anno.
Dal punto di vista umanitario, il “carico umano” trasportato dalla mafia albanese è quello più preoccupante, ma non è l’unica fonte di reddito per le famiglie criminali. Nel 1997, l'Interpol ha dichiarato che "gli albanesi del Kosovo detengono una quota enorme del mercato dell'eroina in Svizzera, Austria, Belgio, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Norvegia e Svezia". Il capo dell'agenzia svedese antidroga stima che la quantità di eroina fornita ai paesi scandinavi sia pari a "centinaia, forse addirittura migliaia di chilogrammi". Quando uno o due dei principali fornitori vengono arrestati, c'è una tregua solo per un paio di mesi, poi entrano in gioco altri clan. Le bande criminali albanesi controllano circa il 70% del mercato dell’eroina in Germania e Svizzera, e le autorità britanniche hanno notato un aumento del traffico di eroina nell’Europa centrale.
Negli ultimi anni, i canali del traffico di droga attraverso i Balcani si sono collegati con le rotte che partono da lì Sud-est asiatico. Il principale canale di trasporto marittimo, noto come rotta balcanica, gestisce l'80% dei circa 400 miliardi di dollari l'anno di scambi commerciali in Europa.
L'oppio coltivato in Afghanistan e Pakistan (il centro della cosiddetta Mezzaluna d'Oro) viene lavorato in Turchia e poi attraverso ex Jugoslavia e la Repubblica Ceca vengono inviati in altre regioni d'Europa. Successivamente la rotta balcanica conduce in Gran Bretagna attraverso il porto francese di Calais, dove la mafia albanese ha una posizione forte. Nei porti della Manica, gli albanesi assumono intermediari per coprire l’odore della droga caricando i loro veicoli con carne, mangime per animali e fiori freschi per confondere i cani antidroga.
I clan ottengono doppi profitti fornendo copertura per il trasporto, ad esempio, di petrolio in Macedonia, aggirando l’embargo greco e utilizzando il trasporto di merci per nascondere ulteriori carichi di eroina. E le persone che cercano di raggiungere l’Europa sono i trasportatori di merci più adatti.
La mafia albanese ha operazioni transnazionali. I clan albanesi sono sparsi in Kosovo e Macedonia, oltre che in Albania. Inoltre, i clan del Kosovo interagiscono con la mafia turca e bulgara. I recenti arresti mostrano anche che la mafia albanese utilizza corrieri cechi per trasportare eroina a spacciatori turchi e inglesi con sede nel Regno Unito. I trafficanti hanno stretto alleanze con le loro controparti criminali in Italia, inclusa Cosa Nostra.
Non è un segreto questo mafia italiana dopo il recente intensificarsi della lotta alla criminalità organizzata in Italia, si è trasferito a Valona, cittadina sull'Alto Adige costa del mare nell'Albania meridionale. Ma in molti luoghi gli albanesi cominciano a sopravvivere ai loro concorrenti. A Torino, secondo fonti ufficiali italiane, gli albanesi hanno cacciato tutti gli altri stranieri gruppi criminali- dai nigeriani ai marocchini - operanti sul territorio.
Albanesi e italiani hanno un rapporto simbiotico e simultaneo rapporti competitivi. Gli albanesi ricevono la possibilità di fare affari dalla mafia, ma gli viene affidato solo il lavoro non qualificato. Nonostante questa duplice esistenza degli albanesi, gli italiani temono ancora di poter approfittare dell’afflusso di profughi per espandere la propria sfera d’influenza nell’Italia meridionale.
Un rapporto del Ministero dell'Interno britannico afferma che i clan albanesi sono particolarmente brutali e "al confronto fanno sembrare la mafia italiana dei novizi".
Il successo della mafia albanese illustra chiaramente ciò che manca potere statale. Circa il 10% della popolazione della città di Valona è coinvolta – direttamente o indirettamente – nel contrabbando. I singoli trafficanti possono guadagnare 13.000 dollari per un volo notturno riuscito, mentre i gruppi criminali ricevono fino a 400.000 dollari.
L’aumento del numero di auto costose italiane e tedesche in Albania indica un aumento del contrabbando, e un’indagine recentemente pubblicata dal giornalista Frank Viviano suggerisce che due terzi delle auto sulle strade di Valona e Durazzo sono rubate. I contrabbandieri trasportano le loro merci attraverso l'Europa centrale e orientale a bordo di auto italiane denunciate come rubate per ingannare gli assicuratori. Dopo uno o due viaggi il corriere trattiene l'auto come bonus. Le auto rubate non vengono utilizzate solo dai gangster, ma possono essere trovate ovunque. organizzazione europea L'agenzia antidroga Geopolitical Drug Watch ha accertato l'entità della diffusione dell'illegalità commercio automobilistico, pubblicando materiale sull'arresto del presidente della Banca Centrale d'Albania, che, mentre era in vacanza, stava girando per l'Italia a bordo di un'auto denunciata come rubata.
I clan continuano a prosperare grazie al deterioramento della situazione politica in Albania, che crea un ambiente ideale per le attività illegali. La criminalità organizzata tende a prosperare in presenza di governi deboli, mancanza di leggi antidroga, forze di polizia scarsamente equipaggiate, un’economia basata sul contante e una struttura bancaria sottosviluppata. Tutto questo è presente in Albania.
Il regime comunista mantenne il paese isolato per 47 anni. L’Albania, impantanata nella violenza e nella corruzione, sta ancora cercando di liberarsi della sua pelle comunista. Dopo aver dichiarato la democrazia nel 1991, il paese ha tentato di costruire economia di mercato. L’economia è crollata nel 1997, accompagnata dal crollo degli schemi piramidali sostenuti dal governo, e deve ancora riprendersi. Crisi economica ha provocato un’ondata di rivolte e saccheggi, in un contesto di illegalità che, secondo tutti gli indizi, sta peggiorando. La corruzione si estende fino ai vertici, a tal punto che il parlamento del paese è soprannominato il “Parlamento del Kalashnikov” per la sua completa indifferenza al problema della criminalità organizzata e per gli stretti legami con i trafficanti di armi.
Debole sistema politico L’Albania non dà al governo gli strumenti per combattere la mafia. Il Parlamento, che serve gli interessi di gruppi influenti, è troppo lento nell’approvare leggi contro il traffico di droga, cosa che nell’attuale clima politico non funzionerà mai.
La polizia albanese non è preparata a combattere i trafficanti di droga ed è scarsamente armata ed equipaggiata. Le sue unità sono composte da personale non sufficientemente qualificato, così come le unità specializzate nella lotta agli abusi finanziari.
La polizia riceve un sostegno insufficiente da parte del governo; È molto raro che si arrivi ad arresti, tanto meno a processi e condanne. La corruzione è dilagante in un paese demoralizzato dai bassi salari, dalla mancanza di una legislazione efficace e da autorità corrotte. Sono frequenti i casi di corruzione di agenti di polizia.
Gli aiuti umanitari arrivati in Albania a seguito delle operazioni militari in Kosovo sono stati ricevuti in un “vuoto di potere”. I veri bisognosi non li ricevono: per lo più gli aiuti vengono distribuiti tra chi detiene il potere e i loro parenti o venduti a prezzi esorbitanti. Nel frattempo il governo albanese ha già sperperato il suo bilancio annuale a causa della guerra in Kosovo. Il governo è in frantumi e la mafia, al contrario, si sta arricchendo ed espandendo le proprie attività attraverso una vasta rete di collegamenti di contrabbando.
Emergono nuove conseguenze della penetrazione della criminalità organizzata negli ambienti governativi. Non appena il presidente Clinton e il Paese" otto grandi" intendono concentrare i loro sforzi sui tentativi di ristrutturazione, dovrebbero dare priorità alla creazione delle basi di una società stabile in Albania, soggetta allo stato di diritto. Washington deve superare la diplomazia del dollaro e i missili Tomahawk - l'elisir politica estera USA negli ultimi sei anni e mezzo. Dollari e razzi hanno trattato i sintomi, ma non le cause, del malessere politico ed economico dell’Albania. Gli Stati Uniti devono dimostrare di poter fornire alla maggioranza degli albanesi comuni gli strumenti per aiutare se stessi. A tal fine è necessario rendere responsabile e trasparente l'utilizzo e la distribuzione dei beni del Paese aiuto umanitario e fondi stanziati per la ricostruzione del Paese. Tale responsabilità è necessaria per prevenire abusi e saccheggi come quelli che esistono oggi in Russia. La fine delle ostilità non significa la fine della cooperazione. Sarebbe una tragedia per l’Occidente, dopo aver vinto il Kosovo, perdere l’Albania a favore della mafia.

Tradotto da LOVE Kommersant-GRAKHOVA e IYA Kommersant-MOTSKOBILI

Tutta una serie di operazioni di polizia su larga scala alla fine degli anni '90. con la partecipazione di investigatori di molti paesi europei, è stato dimostrato che l’Interpol non esagerava le capacità della mafia della droga albanese. Le azioni di maggior successo, forse, includono l'arresto di uno dei boss criminali albanesi più influenti: il trentacinquenne principe Dobroshi.

PRINCIPE DELL'EROINA

Un gangster albanese di alto rango è stato arrestato il 23 febbraio 1999 a Praga. Così si è concluso lo sviluppo operativo durato due anni sotto il nome in codice “Cage”. Insieme agli investigatori cechi specializzati nella lotta al traffico di droga, le attività di Dobrosha e dei suoi scagnozzi vengono studiate attivamente dal 1997 da investigatori provenienti da Svezia, Danimarca e Norvegia. In totale, nel caso del clan Dobroshi sono stati arrestati e presi in custodia più di quaranta gangster (gli arresti sono stati effettuati contemporaneamente in diversi paesi Europa occidentale). Secondo le informazioni a disposizione della polizia, il clan Dobroshi assicurava il rifornimento di eroina nel tratto settentrionale della “rotta balcanica”. Gli spacciatori albanesi si procuravano grandi quantità di droga nei Balcani e poi la trasportavano attraverso la Repubblica Ceca nei paesi scandinavi. Dobroshi controllava il 90% delle forniture di eroina alla Svezia e alla Norvegia.

Il capo del dipartimento per la lotta al narcotraffico della polizia ceca, Jiri Komorus, ha dichiarato che, secondo le informazioni di cui dispone il suo dipartimento, parte del ricavato della vendita dell'eroina è stato speso per l'acquisto di armi, tra cui anti-droga portatili. cannoni per aerei. sistemi missilistici. Secondo Komorus e i suoi colleghi, il clan Dobroshi può essere considerato una delle più potenti organizzazioni criminali di albanesi del Kosovo operanti nell'Europa occidentale e specializzate nel contrabbando di eroina.

Il principe Dobrosi era già ufficialmente riconosciuto al momento del suo arresto a Praga." cattivo ragazzo"Nel 1994, un tribunale norvegese lo condannò a quattordici anni di prigione per aver commesso crimini crimini gravi. Tuttavia, il nativo del Kosovo non ha accettato questa svolta nel suo destino. Nel gennaio 1997, corrompendo una guardia, riuscì a fuggire da una prigione norvegese. Dopo essere fuggito, Dobroshi si nascose per qualche tempo nei Balcani. Poi, in una delle cliniche croate, si è sottoposto Chirurgia plastica, dopo di che il principe tornò alla sua attività preferita: il business della droga.

Subito dopo il suo arresto, è stato estradato in Norvegia, dove avrebbe dovuto prima scontare la pena precedente e poi riceverne una nuova.

STUDENTI VS INSEGNANTI

Ma, nonostante i successi individuali dei combattenti contro il traffico di droga, la posizione della criminalità organizzata albanese nei paesi dell’Europa occidentale ha continuato a rafforzarsi. Spesso i “cattivi albanesi” (soprattutto nativi del Kosovo) riuscivano a spodestare anche colleghi onorati e autorevoli come i classici mafiosi italiani. E a casa loro, in Italia.

Nello stesso 1999, dipendenti del dipartimento specializzato antimafia della polizia italiana arrestarono a Milano un certo Agim Gashi, un albanese del Kosovo, nel recente passato residente nella capitale del Kosovo, Pristina. È stato accusato di organizzazione di una comunità criminale. Gashi e i suoi connazionali, stabilitisi in Italia, contrabbandarono eroina dalla Turchia alla loro nuova patria per diversi anni. Le consegne di farmaci sono state stimate in centinaia di milioni di dollari. L'arresto di Gashi è stato anche preceduto da un'indagine su larga scala della polizia segreta, durata circa due anni.

Oltre allo stesso Agim Gashi, i carabinieri hanno arrestato altre 124 persone. La maggior parte di loro sono di etnia albanese. Ma tra gli arrestati c'erano turchi, italiani, tedeschi, spagnoli e tunisini. Riguardo Gashi, la polizia ha detto che la sua sfera di influenza comprendeva non solo i mercati di vendita in Italia e in altri paesi europei, ma anche grandi porti in Albania, nonché vasti campi di papavero in Turchia. Gashi apparteneva ad una nota famiglia albanese nei Balcani (famiglia in senso letterale e figurato), specializzata nello spaccio di eroina lungo la “rotta balcanica”, nel racket e nella prostituzione forzata.

Nel 1992 Agim Gashi venne in Italia, sposò un italiano e si calmò legalmente si stabilì nella periferia di Milano. Tradizionalmente, Milano e i suoi dintorni sono considerati il patrimonio della 'Ndrangheta, la mafia calabrese. Ma questa circostanza non ha disturbato affatto il giovane e attivo kosovaro. Ben presto era già a capo di una potente brigata di albanesi, il cui nucleo erano i suoi connazionali, immigrati dal Kosovo.

La polizia di Milano cita tre tratti principali che caratterizzano le bande criminali albanesi: coesione, determinazione nel raggiungere i propri obiettivi e crudeltà spericolata. A differenza degli altri immigrati, gli albanesi non hanno cercato di seguire le regole locali. In un primo momento hanno estromesso gli spacciatori curdi e turchi, che fino a poco tempo fa giocavano ruolo principale nell’organizzazione del rifornimento di eroina all’Italia attraverso i Balcani. E poi si sono scontrati con i mafiosi locali. I membri del clan Gashi, avviando la propria attività, hanno commesso un atto impensabile per gli standard italiani: hanno aperto il fuoco durante le trattative con il figlio del famoso " padrino"Ndrangheta. Tuttavia, di conseguenza, i mafiosi hanno comunque deciso che era meglio avere uomini senza legge del Kosovo come partner commerciali piuttosto che nemici mortali. In effetti, la maggior parte degli albanesi, degli immigrati dalla provincia provinciale serba del Kosovo e dai paesi più poveri del nella regione (Albania, Macedonia, ecc.) non c’era nulla da perdere.

Gli interessi “commerciali” di Agim Gashi e dei suoi subordinati non si limitavano solo all’Italia. Sono riusciti ad aprire il loro "ufficio di rappresentanza" a Londra, un salone di bellezza completamente legale. Londra non è stata scelta a caso: il Regno Unito ha i prezzi più alti per l'eroina. E sotto un “tetto” legale era più facile stabilire i collegamenti necessari. In generale, Gashi ha investito intenzionalmente parte dei proventi del traffico di droga in affari legali. A Milano vengono aperti i primi saloni di bellezza e agenzie immobiliari. Successivamente furono utilizzati in programmi di riciclaggio di denaro sporco. Inoltre, istituzioni simili operavano in Ungheria, Germania e Norvegia.

Il clan Gashi trasportava in Italia quantità all'ingrosso di eroina dalla Turchia. È stato persino creato compagnia di trasporti, guidato da due fratelli (albanesi del Kosovo, ovviamente) Adem e Avni Igrista. Ufficialmente la loro azienda era specializzata nell'importazione di noci e magliette di cotone dalla Turchia all'Italia. Sacchetti di eroina venivano abilmente nascosti in contenitori contenenti merci innocenti.

Sono stati utilizzati anche altri schemi. Ad esempio, un grosso carico di eroina veniva consegnato (di solito senza troppe difficoltà) a Sofia o Budapest. Quindi il farmaco è stato posto in piccoli sacchetti in modo che fosse conveniente nasconderlo in macchina e consegnato ai corrieri. I membri del clan Gashi cercarono di usare i tedeschi come corrieri. Non hanno lesinato sulle commissioni. La preferenza è stata data ai proprietari auto costose-Mercedes e BMW.

Secondo gli investigatori, solo in Italia, i subordinati di Gashi fornivano in questo modo 10-15 kg di eroina al giorno. Per vendere la droga nelle strade di Milano e di altre città, i boss albanesi assumevano immigrati Nord Africa. Gli stessi albanesi hanno solo assicurato la continuità del processo. Se necessario, abbiamo “risolto i problemi” con i concorrenti. Anche con i connazionali. Un gangster molto famoso in Albania, Naim Ziberi (il suo gruppo controllava il traffico di droga a Tirana), avendo saputo delle favolose entrate del suo collega più giovane, venne a Milano e chiese di pagargli una quota. Il tentativo di imporre un tributo al giovane spacciatore si è però concluso disastrosamente per Ziberi. Presto fu trovato, tutto crivellato di proiettili. L'indagine è riuscita solo a stabilire il fatto che Ziberi è stato colpito da più mitragliatrici contemporaneamente.

GUERILLI O BANDITI?

Il 25 marzo 1999 - il giorno dopo l'inizio dei bombardamenti NATO sulla Jugoslavia - fu convocata una riunione di emergenza all'Aia, presso la sede dell'Europol, dedicata a un problema molto urgente per molti paesi europei: l'attività in forte aumento delle comunità criminali del Kosovo Albanesi specializzati nel contrabbando e nello spaccio di droga.

Analizzando la vigorosa attività dei gangster albanesi, gli esperti nella lotta contro il traffico di droga hanno sottolineato il coinvolgimento del cosiddetto Esercito di liberazione del Kosovo in una rete ben consolidata di contrabbando di eroina. Come è noto, l'UCHK (abbreviazione del nome albanese Ushtria Clirimtare e Kosoves - Esercito di Liberazione del Kosovo) era una sorta di esercito partigiano dei kosovari. Gli agenti di sicurezza, senza impegnarsi in battaglie su larga scala con le unità regolari jugoslave, organizzarono attacchi ai dipartimenti di polizia, ai convogli e trattarono brutalmente gli abitanti del Kosovo (sia serbi che albanesi) che rimasero fedeli alla leadership di Belgrado.

Alla fine di marzo 1999, uno dei capi della polizia svedese incaricati della lotta contro il traffico di droga, in un'intervista al Times di Londra, ha dichiarato che il suo servizio dispone di informazioni che danno motivo di affermare che esiste un collegamento diretto tra i dollari della droga e il codice penale. Apparentemente non è una coincidenza che l'alto poliziotto svedese abbia parlato in modo piuttosto vago. Dopotutto, a quel punto Washington ufficiale e i suoi alleati della NATO avevano già scommesso sull’UCHK. Dai "molto cattivi" (nel 1998, a proposito, il Dipartimento di Stato americano ha ufficialmente incluso UCHK nell'elenco dei paesi internazionali organizzazioni terroristiche) gli agenti di sicurezza si sono rapidamente trasformati in combattenti per la libertà del Kosovo, paladini della democrazia, opponendosi altruisticamente alla dittatura di Milosevic.

Non era però la prima volta che gli Stati Uniti si affidavano ad organizzazioni che non rispettavano particolarmente il codice penale. Così nel 1944 gli yankees si sentirono improvvisamente pervasi da una grande simpatia per gli “antifascisti siciliani”, cioè per mafia siciliana. Decenni dopo, i Contras in Nicaragua godettero di un sostegno attivo, sebbene il Dipartimento di Stato fosse ben consapevole del coinvolgimento del gruppo nel traffico di cocaina su larga scala.

Se consideriamo l'impatto del conflitto armato sul territorio del Kosovo e le operazioni della NATO sulla criminalità organizzata nei Balcani, forse anche qui i clan criminali albanesi hanno potuto trarre vantaggio.

In particolare, tra i rifugiati - persone che hanno davvero sofferto a causa della guerra e, per volontà del destino, sono finite in altri paesi (tra cui Germania, Austria, Svizzera, ecc.) - per qualche motivo c'erano molti giovani forti certo tipo. Riguarda sugli albanesi del Kosovo: andare in giro con auto di lusso, vestirsi dai migliori sarti e placare la nostalgia di casa nei ristoranti più costosi. Questi “rifugiati” chiaramente non hanno risorse limitate e, nonostante la stabilizzazione della situazione, non hanno intenzione di tornare a casa. E sono estremamente riluttanti a rispondere alle domande di coloro che non sono informati sulle fonti del loro reddito: si riferiscono a parenti ricchi o dicono di avere qualche tipo di attività...

Ma la polizia europea sa già bene quale.